Mandati di cattura

Ho saputo ieri dell’indagine sul conto di persone che hanno frequentato il gruppo nel recente passato e sento che non può essere ulteriormente rimandata la riflessione sulla difficoltà di emanciparsi dalla spinta a delinquere senza un innaffiamento continuo delle attività che alla delinquenza fanno da argine. Avevano smesso di frequentare il gruppo, ma lo hanno frequentato per anni e ciò non è bastato.

Se non possiamo riflettere insieme con le autorità istituzionali e strutturare con loro un piano, tanto vale chiudere il Gruppo della Trasgressione: responsabilità, rischi e frustrazioni a iosa, in cambio di quasi nulla! Ho bisogno di riflettere con le istituzioni, non per essere consolato ma per un progetto di cui possa essere verificata la consistenza

Non ci basta!

Non ci basta è un libro on line in continuo divenire che potrebbero scrivere gli studenti del prof. Francesco Scopelliti alla Università Cattolica di Milano, un libro la cui architettura è costituita soprattutto:

  • dalle curiosità e dalle domande degli studenti del corso sulla tossicodipendenza;
  • dalle affermazioni che non li convincono;
  • dai punti di contatto fra quanto si dice sulla tossicodipendenza, le dipendenze adiacenti (alcol, gioco), i vizi più comuni delle persone ufficialmente sane;
  • dalle risposte che gli studenti mettono insieme consultando quanto è stato già scritto sulla materia;
  • dai punti che rimangono comunque insoluti.

Il libro dovrebbe essere “fotografato” con scadenze periodiche, così da permettere agli studenti di riconoscere facilmente quanto, a fine corso, sarà cresciuta la loro competenza sulla materia.

Eco-play

Un progetto con molti aspetti in background e decine di ramificazioni.

Obiettivo: identificare un gioco, che risponde al principio: “I furbi spendono meno e si divertono di più“, che comporti dunque

  • il massimo guadagno possibile in termini di divertimento, acquisizione di competenze, collaborazione con altri
  • il minimo dispendio energetico in termini monetari ed ecologici.

 

Aspetti collaterali

  • la constatazione generale che ovunque giocano poveri e ricchi e che attraverso il gioco, soprattutto da bambini, si impara, ci si migliora, si sta con gli altri, ci si diverte;
  • la constatazione che nella nostra società il divertimento è uno dei campi in cui investiamo più volentieri tempo e denaro;
  • Il principio ecologico generale per cui con un litro di benzina è preferibile fare 30 Km invece che 10, ancor meglio se inquinando poco l’ambiente;
  • la possibilità, per chiunque partecipi alla ricerca del gioco, di muoversi in un’area compatibile con la propria età e i propri riferimenti cultuali (non stupisce che ci siano dei giochi ottimali diversi per le diverse età).
  • la possibilità di costruire on line una specie di museo, una raccolta di giochi provenienti da tutto il mondo, ciascuno portatore dei riferimenti culturali dell’area geografica e dell’epoca da cui il gioco proviene.
  • l’invito alle persone a fare uso della propria creatività, che costituisce, a sua volta, un antidoto alla depressione e a quegli stati d’animo che inducono gradualmente all’uso di surrogati del gioco molto meno ecologici e salutari.